Oltre una certa età, forse, sarebbe bene abolire le feste di compleanno… Non so… non mi permetto di vietare che altri continuino a farlo, ma mi pare che ostinarsi a volere festeggiare nonostante i sempre più frequenti ed evidenti segni di decadenza fisica, mentale e, a volte, perfino spirituale, non solo sia molto triste, ma dica anche qualcosa della pervicacia nel volere far finta che niente debba cambiare e dell’ingenua illusione che la vita continuerà a scorrere allo stesso modo come nel passato. Tutti sanno che non è così, ma continuano ad agire come se le cose stessero diversamente. «Quando ero bambino, parlavo da bambino, ragionavo da bambino: ma quando sono diventato uomo [e anziano] ho smesso le cose da bambino» (1 Co. 13:11). E poi c’è anche un altro testo che mi fa riflettere che, sebbene, pronunciato originariamente per il popolo israelita, può applicarsi anche ai singoli individui: «Gli stranieri [o gli anni che passano] divorano la sua forza, ed egli non ci pensa; capelli bianchi gli appaiono qua e là sul capo [o “perdono la loro lucentezza”, o “scompaiono del tutto”], ed egli non se ne accorge» (Os. 7:9).
In un tempo e in una cultura che celebra la giovinezza, la bellezza e la prestanza fisica come la vera espressione e affermazione dell’essere pienamente “uomini” o “donne”; in un momento in cui la salute fisica e la guarigione, per molti, sono divenute una vera e propria ossessione al punto da prestare un’attenzione maniacale nella ricerca e nella promozione di stili di vita e nel consumo di cibi “salutari”, “curativi” o che consentirebbero al corpo di risanarsi da solo… o nella ricerca del “guaritore” di turno o del “miracolo che Dio non ci può negare”…, vorrei richiamare coloro che professano di avere deposto la propria vita, di avere preso la croce, di essere passati attraverso la porta stretta e di essersi incamminati nella via angusta, che NOI abbiamo il dovere di pensare, parlare e agire diversamente.
Non so quanto successo possa avere tra i miei lettori un tale avvertimento e, siccome ho imparato che la profondità della delusione è direttamente proporzionale all’ampiezza delle aspettative, oggi, forse perché è il mio compleanno, o forse perché non sono di buon umore, lo voglio ricordare almeno a me stesso!
Mosè pregava: «[Signore] insegnaci dunque a contare bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio» (Sal. 90:12). Grazie a Dio non conosciamo il giorno della nostra morte, altrimenti questo “contare bene” potrebbe significare: «Insegnaci come contare all’incontrario». Sarebbe troppo deprimente! Sono convinto, però che non significa nemmeno: «Insegnaci a tenere il computo di ogni giorno che passa». Piuttosto significa «Insegnaci a dare valore, il giusto peso, e spendere bene, a valutare l’importanza di ogni giorno, di ogni ora, di ogni momento che ci dai da vivere», che poi è esattamente il significato delle parole di Paolo agli efesini: «Guardate dunque con diligenza a come vi comportate; non da stolti, ma da saggi; ricuperando [“riscattando” o “ricomperando”] il tempo perché i giorni sono malvagi» (Ef. 5:15-16).
Ecco, questo significa “abbandonare le cose da bambino”, questo significa “pensare e fare attenzione” al decrescere delle nostre forze, all’apparire dei segni della decadenza della vecchiaia. Tutto ciò, ovviamente per porre rimedio e cambiare le cose che devono essere cambiate.
Per questa ragione abbiamo bisogno della grazia di Dio. Non possiamo farne a meno. Dobbiamo chiedere, cercare e bussare per ottenere i buoni doni che sono la dotazione necessaria per proseguire il nostro pellegrinaggio verso “la città celeste”, nella certezza che il nostro Padre celeste non ci negherà ciò di cui abbiamo davvero bisogno.
Mi chiedo se ho dato tutto a Cristo
Colui che ha dato tutto a me
Mi chiedo se in Cristo ho fiducia
O se la fede manca spesso in me
Son tante quelle ore che ho perduto
Sono poche quelle spese con Gesù
Mi chiedo se il Signore è soddisfatto
Io voglio vivere per lui.
Questa è la mia riflessione e la mia preghiera nel giorno del mio cinquantottesimo compleanno.
Caro fratello Reno, sono della tua stessa idea, ho smesso infatti di festeggiare i miei compleanni da diversi anni,,,,,Dio ti benedica
Carissimo Reno forse la mia domanda potrebbe risultare banale, ma volevo chiederti, come dovrebbe essere organizzata la giornata di un cristiano riguardo la lettura della parola, il suo studio, la riflessione, la preghiera, la lettura di buoni testi biblici ecc. ecc.?
Queste cose sono molto personali. L’unico consiglio che mi sento di darti è: 1) Mantieni la giusta priorità perché certe cose devono avere la precedenza rispetto ad altre; 2) Stabilisci orari durante il giorno in puoi massimizzare il tuo impegno con il minor numero di distrazioni possibile (per molti di noi è al mattino presto e/o la sera prima di andare a letto); 3) Accompagna alla lettura della Scrittura secondo un piano che ti permetta di leggerla per intero in uno o due anni, la preghiera e la lettura di libri di vario genere: devozionali, commentari, biografie, di storia della chiesa. 4) trova durante il giorno del tempo per leggere la Bibbia, qualche buon libro e pregare insieme ai tuoi familiari.
Carissimo, bell’articolo. Ci sono arrivato un po’ tardi ma ci sono arrivato.
Questa riflessione mi ha portato alla mente il brano in Efesini 5, dove l’apostolo Paolo dice: “Guardate dunque con diligenza a come vi comportate; non da stolti, ma da saggi; ricuperando il tempo perché i giorni sono malvagi. Perciò non agite con leggerezza, ma cercate di ben capire quale sia la volontà del Signore.” (vv. 15-17)