di George H. Morrison (1866-1928)
Nel giorno della paura, io confido in te. (Salmi 56:3)
Vogliamo brevemente soffermarci su alcune delle cause della paura umana.
La paura e l’immaginazione
Innanzitutto vi invito a notare come molte delle nostre paure nascano dalla nostra immaginazione. Qualcuno ha affermato (e io sono d’accordo) che la nostra vita è governata dalla nostra immaginazione. Ciò che la nostra mente figura e dipinge con i colori più vividi ha una forte influenza sulla nostra condotta. Molte volte questa immaginazione è creativa, essa apre la porta a nuove scoperte; purtroppo, tante altre volte, essa crea e libera paure.
Le persone più sensibili sono quelle più esposte alla paura rispetto ai loro simili. Ci sono paure che non toccano affatto le persone con una scarsa immaginazione. Questa è la ragione per cui per alcuni essere coraggiosi è molto facile, mentre per altri è infinitamente difficile.
L’aspetto peggiore di questa paura consiste nel fatto che la ragione umana non ha la capacità di affrontarla. Sarebbe più facile placare un incendio con buoni ragionamenti. I ragionamenti non hanno la forza di cacciare questi fantasmi dell’anima. I ragionamenti non hanno la forza di rimuovere le immagini scolpite nella mente.
Ma c’è un altro modo, ancora più potente della ragione, per vincere le paure che nascono dall’immaginazione, questo metodo è quello che il salmista ispirato ci suggerisce. La fede è l’antidoto alla paura. La fede calma le paure come una madre calma il figlio agitato. Un bambino può essere turbato dai suoi incubi, ma gli incubi non sono la realtà, le braccia di sua madre sono la realtà. Noi, figli di Dio, immersi nelle tenebre, abbiamo i nostri incubi e spesso ne siamo molto turbati, ma scopriamo che sotto di noi “stanno le braccia eterne”.
La paura e la malattia
Un’altra causa delle nostre paure risiede nella fragilità del nostro corpo. Ognuno di noi ne è consapevole. Fin quando si è giovani e forti non è difficile tenere le paure a distanza. Le paure, come i microbi, non amano la luce, infatti proliferano nelle tenebre. Per questa ragione, quando la luce della gioventù diminuisce, diventiamo facile preda delle paure.
I pesi che possiamo portare quando siamo forti, vigorosi e in salute, imprese che possiamo affrontare con calma e decisione, difficoltà che possiamo superare con coraggio, bene, tutte queste cose ci sembrano ostacoli insormontabili quando siamo stanchi, anzi spesso ci fanno precipitare in basso. Non dobbiamo mai dimenticare quanto il nostro stato d’animo possa essere influenzato dalle condizioni del nostro corpo. Una buona salute è fonte di gioia, ma non solo, è anche una sorgente di speranza. Molte delle indefinite ed indomabili paure che ci perseguitano e ci derubano della gioia di vivere hanno origine nella fragilità del nostro corpo.
Non ho alcun dubbio che molti dei miei lettori siano lungi dal godere una perfetta salute fisica. Anzi sono pochissimi quelli che fra di noi hanno una salute perfetta. A tutti questi, quale che sia la loro condizione, voglio dare questa parola della Scrittura: “Nel giorno della paura, io confido in te”. Il Signore conosce la nostra condizione fisica, egli si ricorda che non siamo che polvere, egli ci ha fatti e ci comprende. Solo il Signore riesce a comprendere perfettamente le interazioni fra il nostro corpo e la nostra mente. Quando crediamo in lui con la fede di un piccolo fanciullo, allora la cosa più evidente che si realizza è che egli lenisce le nostre paure. La sua grazia ci è sufficiente. Ogni volta che avvertiamo la nostra debolezza, allora siamo forti, da lui riceviamo la forza di cui abbiamo bisogno, ci viene donata quotidianamente come avveniva per la manna. Tutto ciò si realizzerà fin quando “il corpo della nostra umiliazione” sarà reso simile al corpo glorioso del Signore risorto, in quel giorno questo genere di paure taceranno per sempre.
La paura e la nostra coscienza
Concludo nominando un’altra causa delle nostre paure: la coscienza. Una coscienza colpevole è una coscienza paurosa: la coscienza ci rende tutti paurosi. Oh se potessimo liberarci dalla nostra coscienza, quante paure sarebbero, allora, disperse al vento! Ma Dio ci ha creati in modo da non poter fare nulla di tutto ciò! Possiamo addormentare la nostra coscienza, la possiamo narcotizzare, la possiamo silenziare, la possiamo cauterizzare, ma nonostante ciò non l’avremo uccisa, ma solo addormentata. La coscienza può risvegliarsi inaspettatamente: solitamente lo fa durante la notte, quando qualcuno che ci è caro è portato via dalla morte, quando vediamo il frutto del nostro peccato nelle vite altrui. La coscienza però si risveglia soprattutto nelle nostre ultime ore terrene, quando i vividi colori del nostro mondo non ci abbagliano più e si avvicina il momento in cui ogni cosa sarà rivelata nell’eternità.
Il rimedio alle nostre paure
Tutte le paure che nascono dalla nostra immaginazione, le paure che hanno origine nella fragilità del nostro corpo, tutte queste paure, per quanto angoscianti, non sono nulla in confronto alle paure che nascono dalla coscienza. La solenne verità, che nessuna teoria circa un suo sviluppo può contraddire, è questa: Dio ha posto la coscienza dentro di noi.
Ma Colui che ha posto la coscienza nel nostro petto ha fatto qualcosa di più. Affinché la coscienza tormentata potesse essere consolata, Iddio ha posto il suo unigenito Figlio sul legno della croce. Alla croce c’è la liberazione dalle brutte paure della nostra coscienza.
Basta uno sguardo di fede al Signore Gesù Cristo morente sulla croce e la paura che tormenta la nostra coscienza svanisce.
Non c’è più nessuno condanna, una volta perdonati abbiamo pace e gioia. Sulla croce Dio è per noi, e se Dio è per noi chi può essere contro di noi?
Oh benedetto Salvatore che sei morto per noi, il cui sangue ci purifica da ogni peccato. Nel giorno della paura, io confido in te.
Tratto da “Highways of the heart” di George H. Morrison (1866-1928), ministro della United Free Church of Scotland.
Traduzione di Francesco Pollicino.