«Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.» Giovanni 6:66.
L’abbandono è una delle cause di maggiore sofferenza. Chiunque sia stato o si sia sentito abbandonato – per qualunque ragione, in qualunque contesto, a torto o a ragione – ha conosciuto l’amarezza che ne deriva, congiunta al dolore profondo e permanente che si prova in ogni lutto.
Gesù conobbe questa condizione. Certo, la conobbe diversamente dal modo in cui possiamo sperimentarla noi. Nel nostro caso, quando siamo abbandonati, è bene che ci chiediamo quali siano stati i nostri errori, dove abbiamo cominciato a perderci e perché. Nel suo caso – e ciò non poté che acuire la sofferenza – non vi erano responsabilità personali: nessun peccato, nessuna colpevole negligenza o asperità di carattere, scarsa comprensione o considerazione dell’altro né, di sicuro, alcuna inadeguatezza nella gestione del rapporto.
Gesù è l’uomo perfetto, l’amico più fedele, il compagno di viaggio più esperto e capace, l’insegnante migliore, il confidente più misericordioso e compassionevole, mansueto, umile e generoso. Chi non vorrebbe stare sempre con una persona del genere?
Eppure, a un certo punto, «molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui». Perché?
Per le parole che pronunciava, perché le cose che diceva o non erano comprese o non venivano accolte nel cuore; perché diceva la verità, perché non era disposto a smussare gli angoli e continuava a seguire la propria strada senza indugi o correzioni di rotta. Ecco perché.
Egli conobbe l’abbandono da parte di persone che non credevano in lui, conobbe il tradimento e perfino l’alienazione temporanea da parte dei suoi più intimi ed eletti discepoli.
Egli soffrì, ma non si arrese. Fu certamente trafitto intimamente dal severo giudizio circa la “durezza” delle sue parole e dell’impraticabilità del suo insegnamento (Gv. 6:60) ma non lo mutò, non lo accomodò ai gusti della gente allo scopo di mantenere la popolarità e non perdere seguaci.
Un conduttore, per essere tale, deve necessariamente avere un seguito. Ma molto più importante del seguito che ha e del numero dei suoi seguaci è come si pone al cospetto della verità e della giustizia, il fatto che sappia dove deve andare e che sia disposto a spendere e ad essere speso per raggiungere la buona meta prefissa.
Cristo è stato abbandonato da molti, ma continua a essere seguito da moltissimi!
A chi lo segue fedelmente capiterà lo stesso.
Ti abbandoneranno i tuoi stessi familiari, alcuni membri di chiesa e perfino chiese intere. Non mollare, rimani fedele: il lamento dell’abbandono precede sempre il grido di trionfo!