Il quinto dei proponimenti di Jonathan Edwards riguarda l’uso del tempo.
Mi propongo di non perdere mai un momento del mio tempo, ma di usarlo nel modo più proficuo che mi sia possibile.
Il tempo, tra tutte le risorse a nostra disposizione, è quella che una volta dissipata o perduta, non può essere ritrovata.
Non è una risorsa rinnovabile. Possiamo essere perdonati per l’uso sconsiderato o per lo spreco che ne abbiamo fatto. Si può cercare di “redimerlo” (o “recuperarlo”, Cfr. Efesini 5:16), ma il rimpianto di avere usato male poco o tanto tempo, di avere vissuto follemente gli anni della gioventù, o della vecchiaia per avere attribuito troppa importanza a cose inutili, non ci lascia così facilmente.
Davide pregava: «Non ricordarti dei peccati della mia gioventù, né delle mie trasgressioni; ricordati di me nella tua clemenza, per amore della tua bontà, o Signore» (Salmi 25:7). Esprimeva così il suo rammarico per il modo in cui aveva vissuto da giovane, e abbiamo buone ragioni per credere che questo salmo sia stato composto nella sua età avanzata.
Jonathan Edwards ci ha lasciato il frutto delle sue riflessioni su questo argomento e il suo insegnamento sulla “preziosità del tempo” in sermone molto toccante che ho tradotto e letto alla chiesa di Caltanissetta il giorno 7 gennaio del 2018.
Qui di seguito metto una breve clip e più in basso ancora l’intero sermone.
Possa il Signore compiacersi di usare queste riflessioni profondamente bibliche per fare accresce in noi il senso della preziosità del tempo che ci ha concesso e creare la santa determinazione a impiegare devotamente e piamente ogni istante della nostra breve esistenza terrena.
Qui la clip di un minuto.
E qui il sermone completo di 45 minuti.