Tutta la verità procede da Dio e da lui non può procedere altro che verità.
Esodo 34:6, dove Dio stesso rivela e descrive il proprio carattere a Mosè, dice che il Signore è «il Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in bontà e fedeltà». L’ultimo attributo è אמת ‘emeth che significa “verità” e si traduce anche fedeltà. Sicché Dio afferma di essere ricco in verità, ovvero che la sua persona e la sua opera definiscono la natura e costituiscono la misura e la dimensione della verità.
Dio è verità assoluta, pura e perfetta, e tutto ciò che dice e fa porta il medesimo sigillo.
Dio si rivela e la sua rivelazione è conforme alla sua natura, perfettamente vera.
Dio crea e la sua creazione possiede le medesime caratteristiche poiché, quando viene investigata correttamente ci fa conoscere la potenza e la sapienza del suo artefice. Per questa ragione vivere a stretto contatto con le opere del Signore, contemplare la natura, studiare le sue leggi, il suo funzionamento e parlarne in modo corretto è uno dei modi in cui possiamo ottenere una certa conoscenza di Dio. Di certo, leggere correttamente il “libro della natura” è un modo per conoscere Dio o, perlomeno, comprendere e apprezzare alcuni dei suoi attributi. La creazione, quindi, è rivelazione poiché le opere rivelano la natura di chi le compie. (Questo è l’argomento di Paolo in Romani 1:18-22).
Dio decreta tutto ciò che deve accadere e la storia, che è la manifestazione dei suoi decreti, rivela il suo governo santo, provvidenziale, giusto, misericordioso e amorevole del mondo e di tutte le sue creature. Quindi, un altro modo per trarre conoscenza intorno a Dio è quello di uno studio estensivo e oggettivo della storia e, per l’individuo, una meditazione devota e adeguata della provvidenza. Il Signore Gesù affermò che lo splendere del sole, il cadere della pioggia, il nutrimento degli animali e il crescere delle piante, la morte di un passero, la lunghezza della vita di ogni uomo fino al numero dei capelli di ciascun essere umano sono tutte cose che rientrano sotto il controllo sovrano e provvidenziale di Dio. La Scrittura, allo stesso modo, afferma che l’ascesa e il crollo di re e imperi e l’esercizio sulla terra di ogni potere di governo da parte di ogni magistrato e autorità, procedono “da Dio”. Ciò significa che ogni posizione di potere è concessa, permessa e voluta dalla volontà sovrana del Creatore. Sebbene decifrare la storia sia difficile e complesso, anche così può ottenersi una certa conoscenza di Dio.
Dio, inoltre, ha parlato e ha fatto in modo che la sua parola giungesse a noi in forma scritta. La parola di Dio è verità (Salmi 19:7,9; 119:151, 160; Giovanni 17:17) e, se correttamente compresa, ci fa conoscere infallibilmente chi è Dio.
Chiariamo, quindi, che la dottrina protestante del “sola Scriptura” non significa che tutta la verità si trovi solo nella Bibbia, ma che soltanto in essa possiamo trovare la verità necessaria e sufficiente per la nostra salvezza, ovvero le cose che bisogna credere col cuore e confessare con la bocca per essere giustificati e a cui bisogna attenersi per essere progressivamente santificati.
La conoscenza di Dio che possiamo ottenere dalla comprensione corretta delle opere della creazione e della provvidenza di Dio, è autentica e fedele, ma solo propedeutica alla conoscenza di Dio che ci viene comunicata dalla rivelazione scritta mediante l’illuminazione dello Spirito Santo.
Tutto ciò ha numerose e vastissime implicazioni. Ne menzionerò solo alcune.
La prima è che la testimonianza che Dio ha lasciato di sé in questo mondo è ben più diffusa ed evidente di quanto la gran parte delle persone generalmente riconosca. Inoltre, è sufficiente affinché chiunque sia inescusabile al suo cospetto, perché ogni professione di ateismo (teorico o pratico) è una colpevole e, in una certa misura, anche consapevole “soppressione della verità” (Romani 1:18).
La seconda è che il vero teologo apprezzerà “il libro della natura” e accoglierà favorevolmente qualunque scoperta scientifica autentica e definitiva. Il suo presupposto circa l’origine della verità lo indurrà a ritenere che, qualora una certa scoperta dovesse apparire in contraddizione con quanto egli ritiene sia stato rivelato nella Scrittura, o è sbagliato il modo in cui egli stesso intende la Scrittura, o la “scoperta scientifica” stessa è sbagliata, oppure sia il teologo sia lo scienziato si sbagliano.
La terza è che il vero scienziato deve riconoscere che l’ambito della sua ricerca è necessariamente limitato e che, per quanto possano essere sofisticati e precisi, i mezzi a sua disposizione sono inadeguati per scoprire e spiegare tutto. Sicché, se l’umiltà è una grande virtù in ogni ambito e in ogni relazione, nello scienziato è indispensabile per conseguire una vera conoscenza della natura e della verità che essa può trasmetterci intorno alle cose e a Dio stesso.
Ho affrontato recentemente il tema del rapporto tra Genesi e la scienza in un sermone predicato alla Chiesa Cristiana Evangelica “Sola grazia” di Caltanissetta. Di seguito il link per ascoltarlo in video (il sermone, in audio e video lo trovate anche su Sermonaudio).