Il mio amico e conservo nel ministero Jeremy Walker, una settimana fa ha registrato un messaggio molto interessante sul ben noto episodio avvenuto nella città di Troas a tarda notte di una domenica, dal titolo: “Un giorno del Signore a Troas”. Quello era il primo giorno della settimana, il giorno in cui i cristiani, ricordando la risurrezione di Cristo, si riunivano per adorare Dio. In quel caso particolare, poi, era anche l’ultimo giorno in cui Paolo sarebbe rimasto là. Egli, infatti, era in partenza, poiché sarebbe voluto giungere a Gerusalemme al più presto possibile. Forse, proprio per questa ragione quella riunione “speciale” che magari era iniziata nel pomeriggio, si protrasse fino all’alba del giorno dopo.
Sebbene quel passo sia spesso utilizzato per ironizzare sugli effetti deleteri delle lunghe predicazioni e sui pericoli dello stare in equilibrio precario mentre si ascoltano predicatori prolissi, il pastore Walker ne ha tratto degli importanti principi e insegnamenti circa il modo in cui la chiesa apostolica celebrava Dio e amava riunirsi per lodare il Signore, ascoltare la predicazione della sua parola e celebrare la santa cena approfittando di ogni occasione per trarre profitto dalla dottrina apostolica, dalla comunione fraterna, dal pregare e dal rompere il pane (Cfr. Atti 2:42). Tutto questo lo troviamo in quel passo (Atti 20:7-12).
Inoltre il pastore Walker fa anche “l’elogio di Eutico”, che probabilmente era un giovane schiavo che aveva dovuto lavorare tutto il giorno e che, sebbene avesse tutto il piacere e la gioia di ascoltare Paolo, fu tristemente sopraffatto dal sonno e dalla stanchezza e, com’è noto, cadde dalla finestra del terzo piano rischiando di morire.
Ascoltare questo breve messaggio che ha lo scopo di mostrare quale fosse l’attitudine, la consuetudine e – soprattutto – la pratica della chiesa apostolica circa l’osservanza del giorno del Signore e che ha evidenziato ben altre attitudini dei credenti di allora rispetto ai nostri contemporanei circa l’ascolto della parola e la forma del culto, ha riportato alla mia mente un certo fratello molto anziano (avrà avuto almeno ottant’anni) che era sempre presente a ogni riunione della chiesa che frequentavo da giovane credente.
Davvero: era sempre lì. Estate e inverno, con il caldo e con la pioggia e poteva essere la scuola domenicale, il culto domenicale, il culto dei giovani, la riunione di preghiera o il culto infrasettimanale… non perdeva nessuna occasione per essere là dove il popolo di Dio era riunito.
Aveva una caratteristica, però, che lo rendeva davvero “un personaggio”. Non appena cominciava la riunione, e soprattutto nelle parti in cui non era richiesto il coinvolgimento attivo (come nel canto), si addormentava.
In realtà non dormiva tutto il tempo ma, in modo davvero particolare, sembrava facesse una lotta continua contro il sonno e la sua testa ciondolava su e giù, come se al posto del collo avesse una grossa molla, con continui assopimenti e repentini risvegli che erano scanditi da frasi come: “Grazie!”, “Amen!”, “Gloria a Gesù”, oppure: “Alleluia!”.
Tutto questo, ovviamente, per noi giovani, era un’ottima occasione per ridere e fare delle battute sarcastiche. Lo avevamo soprannominato “il fratello Eutico” ed era per tutti noi occasione di non poca distrazione e – diciamolo pure – di peccato, poiché lo giudicavamo e ci domandavamo per quale ragione al mondo quell’uomo preferisse sedere su uno scomodo banco di legno piuttosto che sdraiarsi in una poltrona (magari davanti alla TV) per fare il suo pisolino senza interruzioni.
Poi, però, quando era il tempo della preghiera o, magari, dopo la predicazione, il fratello Eutico pregava e, molto spesso, lo faceva anche in modo appropriato, come se, tra il sonno e la veglia, avesse comunque colto abbastanza per nutrire la propria anima e per supplicare Dio in modo consono a ciò che era stato detto.
Oggi, a trentacinque anni di distanza, non sarei così severo nel giudicare “il fratello Eutico”. Egli era, prima di tutto, un degno rappresentante di un cristianesimo semplice, fatto di lettura della Bibbia, di preghiera, della partecipazione ai culti e teso al grande obiettivo di “ottenere il fine della fede: la salvezza dell’anima!” (1 Pietro 1:9), senza troppe e grandi ambizioni, senza grilli per la testa.
In secondo luogo è stato un uomo che non ha fatto della debolezza della carne e del normale decadimento del corpo una scusa per assentarsi dal luogo in cui la parola di Dio è annunciata e non ha usato il suo evidente problema con la narcolessia come un paravento per chiudersi in casa propria dove nessuno lo avrebbe giudicato.
Il fratello Eutico, proprio come il suo antesignano di Troas, ha preferito ascoltare qualcosa piuttosto che niente, mettere da parte la propria comodità e rischiare qualcosa piuttosto che starsene in disparte, e ha fatto bene!
Mi assale un profondo senso di nostalgia nel pensare al fratello Eutico e mi domando quanti, quando tra un po’ saremo liberi di tornare a riunirci per celebrare il Signore insieme, dopo qualche settimana di entusiasmo, ricadranno nella loro abituale “assenza” o “semi assenza” facendosi scudo di qualunque tipo di “buona ragione” per non essere là dove il popolo di Dio è radunato, principalmente nel giorno del Signore.
E il problema potrebbe non essere la stanchezza, o la malattia (reale o presunta), ma uno stato d’animo un po’ indisposto, una leggera o una profonda depressione, o ragioni perfino più futili.
Se la comune adunanza vi è mancata davvero, noi tutti ci aspettiamo che voi non manchiate alle adunanze comuni, quando saranno ripristinate.
La mia preghiera è che le parole di Davide:
«Mi sono rallegrato quando mi hanno detto: “Andiamo alla casa del Signore”» (Salmi 122:1).
Non descriveranno il sentimento provato soltanto la prima domenica dopo la fine della quarantena, ma che sia l’impegno di giovani e anziani della nostra chiesa prima di ogni riunione di preghiera, di ogni riunione di studio biblico, di ogni riunione di culto.
E se verrete stanchi e se vi addormenterete… non preoccupatevi: gli Eutico sono sempre i benvenuti e, sappiatelo, gli Eutico porteranno sempre qualcosa a casa da parte del Signore!