Vi sarà capitato di ricevere una richiesta da parte di qualcuno alla quale avete risposto volontariamente, prontamente e generosamente, magari aspettandovi soltanto un “grazie” da chi ha ricevuto il vostro favore. Lo avete atteso, però senza ottenerlo, e chi è stato da voi favorito non ha mostrato il minimo segno di gratitudine o di riconoscenza.
Questa è un’esperienza comune a tanti. Ancora di più lo è per Dio, che fa splendere il suo sole e fa cadere la sua pioggia sui campi e sulle vite di giusti e ingiusti, che risponde alle preghiere di ogni genere di persona e che dona generosamente anche a chi non prega affatto, o prega male, o non osa chiedere ciò di cui avrebbe bisogno, perché, magari, non lo sa neppure.
Questo è uno scandalo! Lo scandalo della generosità divina.
Perché mai Dio è generoso? Perché mai dovrebbe curarsi degli uomini? Perché dovrebbe darci ciò che noi desideriamo e perfino quello che non desideriamo, ma di cui abbiamo bisogno? E perché mai dovrebbe continuare a farlo, nonostante la nostra irriconoscenza, indifferenza e, spesso, a dispetto dei nostri positivi demeriti… o debiti, nei suoi confronti
Chi si lamenta della preghiera non esaudita dovrebbe pensare che il vero scandalo è quello della pervicacia con cui Dio continua ad agire generosamente benignamente verso i malvagi e gli ingiusti… ovvero, verso tutti noi!
Chi non è scandalizzato dalla generosità di Dio, non lo è a causa di un concetto assai errato intorno alla sua natura, al significato e al valore della preghiera e, soprattutto, intorno a se stesso.
Intorno a Dio perché egli non è una macchina che deve necessariamente rispondere alle nostre sollecitazioni e contro la quale possiamo inveire (come si fa con i distributori automatici di merendine quando non funzionano).
Intorno al valore della preghiera, il cui scopo non è quello di ottenere un vantaggio personale, mediante una sorta di pagamento a Dio, ma di mettersi accanto a Dio e ad altri uomini per promuovere il bene, l’onore di Dio, il progresso del suo regno, il trionfo della sua volontà nel mondo e per richiedere i mezzi di sussistenza affinché la santità e il bene trionfino in noi e per mezzo di noi. Questo è il significato e il valore della preghiera che Gesù ci ha insegnato: il “Padre nostro”.
Inoltre, rivela un concetto assai sbagliato intorno a noi stessi perché, qualunque azione, sacrificio, dedizione o servizio abbiamo potuto rendere a Dio, non ci fa meritare nulla al suo cospetto. A questo proposito si veda ciò che Dio disse a Mosè quando questi, alla fine della sua vita, una vita che possiamo dire che egli ha speso al suo servizio, soffrendo con e per il popolo di Dio… quando chiede a Dio di realizzare il suo sogno di entrare nella terra di Canaan (si veda Deut. 3:23-28). La sua reazione è (quasi) esemplare. Egli accetta la volontà di Dio e non si lamenta (proprio come aveva fatto Aaronne alla morte dei suoi due figli).
Dio sa quello che fa. I nostri sogni, i nostri desideri, le nostre preghiere, molte volte, non si realizzano, rimangono inesauditi.
Non dovremmo scandalizzarci di questo, perché ci sono buoni scopi anche in questi casi (uno tra tutti è che Dio opera anche attraverso le preghiere inesaudite affinché diveniamo ciò che dobbiamo essere). Piuttosto, dovremmo sorprenderci di tutte le volte che le nostre preghiere vengono esaudite e del fatto che Dio, di norma, faccia al di là di quello che chiediamo o pensiamo.
Grazie ,per questi brevi saggi ,Dio ti benedica