Il settimo dei proponimenti di Jonathan Edwards è questo:
Mi propongo di non fare mai alcuna cosa che avrei timore di fare se fosse l’ultima ora della mia vita.
In questo proponimento egli ipotizza di essere consapevole che la sua esistenza terrena volga al termine e che non gli rimanga che una sola ora da vivere.
Un’ora, sessanta minuti, tremilaseicento secondi.
Egli riflette non solo su cosa vorrebbe fare in quegli ultimi istanti di vita, ma pensa a cosa non avrebbe il coraggio di fare se avesse la certezza di dover lasciare la terra alla scadenza di quel breve tempo che gli rimane.
Quindi si propone di non fare mai alcuna delle cose che, in una tale circostanza, sarebbero inappropriate, sconvenienti o fuori luogo.
Cosa avrà messo in quella categoria?
Certamente qualunque peccato, ovvero qualsiasi atto, pensiero o desiderio contrario o in aperta trasgressione della legge di Dio. Chi avrebbe il coraggio di pensare di commettere un furto, un adulterio, un omicidio o a qualunque altra cattiveria o malignità nei confronti di se stesso, del prossimo o di Dio se sa che gli resta solo un’ora di vita?
Il timore di Dio, infatti, ci trattiene dal peccare (Cfr. Es. 20:20).
Ma pensate che una persona che assume come regola di vita un tale proponimento possa fermarsi a questo?
Dalla biografia di Edwards sappiamo molte cose riguardo al modo in cui visse. Sappiamo, per esempio, che trascorreva tredici ore al giorno nel suo studio, che ebbe un matrimonio felice e che la sua unione con la moglie Sarah, fu particolarmente benedetta, sappiamo del modo esemplare in cui si comportò quando, dopo ventitré anni di onorato servizio, venne malevolmente licenziato dalla chiesa di Nothampton e sappiamo cosa disse all’approssimarsi della sua morte che lo colse a soli cinquantaquattro anni, a causa delle complicazioni sopravvenute per effetto della vaccinazione contro il vaiolo alla quale si era sottoposto.
Iain Murray racconta che gli ultimi momenti della sua vita, parlando alla sua figlia minore, affidò un messaggio per la sua cara moglie (che era lontana) e al resto dei suoi figli, esortandoli a cercare “un Padre che non li avrebbe mai lasciati” e lasciando delle disposizioni riguardo al suo funerale. Quindi, Murray riporta che:
Poco dopo aver consegnato questi messaggi per i membri assenti della famiglia, si guardò attorno e disse: «Ora, dov’è Gesù di Nazaret, il mio vero amico che non verrà mai meno?» Mentre coloro che erano al suo capezzale, credendolo privo di sensi, si rammaricavano per ciò che la sua assenza avrebbe comportato sia nel college sia nella chiesa in generale, improvvisamente, con grande sorpresa di tutti, Edwards pronunziò una frase finale: «Confidate in Dio e non ci sarà bisogno di temere».
Così visse e così morì un uomo che volle vivere tutta la propria vita coram Deo, al cospetto di Dio, e che parlò e visse sempre, come erano soliti dire i predicatori puritani, “Come un morente che si rivolge a persone che stano per morire”.