Thomas Brooks (1608-1680), nel 1658 pubblicò un breve trattato dal titolo The Mute Christian under the Smarting Rod (Il cristiano silente sotto la verga che lo colpisce). Prendendo le mosse dal testo di Salmi 39:9, dopo aver vissuto un tempo di intensa sofferenza e sperimentato in prima persona “la verga della correzione divina”, Brooks riflette in modo originale e dettagliato sull’origine, gli scopi e l’utilità delle afflizioni e delle prove che colpiscono i cristiani. L’autore mostra che essi devono accettarle, sottomettendosi spiritualmente, allo scopo di trarne il massimo profitto e ottenere il fine per il quale Dio le manda e le permette.
Secondo il costume dell’epoca, Brooks fa precedere il suo scritto da una breve “epistola dedicatoria” che, fungendo da introduzione all’argomento, si rivolge al lettore spiegando le circostanze e le ragioni che avevano portato a quella pubblicazione.
Consiglio vivamente la lettura delle “epistole dedicatorie” delle opere dei puritani (persino se doveste ricorrere all’aiuto di “Google traduttore”!). La semplice ragione è che, senza dover scandagliare acque troppo profonde, scoverete delle vere perle preziose e vi capiterà di trovare tanto nutrimento, consigli, sapienza pratica e istruzione che, spesso, non riuscirete a raccogliere nemmeno dopo ore d’immersione negli abissi di centinaia di pagine pubblicate da autori posteriori o nostri contemporanei.
Una delle perle che vorrei far brillare davanti ai vostri occhi è il modo in cui Brooks conclude l’epistola, richiedendo le preghiere del popolo di Dio in suo favore.
Ve ne offro la traduzione raccomandando a chiunque tra voi abbia ricevuto la grazia di conoscere o avere come proprio pastore un ministro del Vangelo davvero degno di questo nome, di usarla nella vostra intercessione a suo favore.
O fratelli, pregate per me! Chiedete al Signore
che io possa essere sempre di più sotto le ricche influenze e l’effusione dello Spirito Santo;
che io possa essere un ministro idoneo del nuovo patto, non di lettera ma di Spirito (2 Corinzi 3:6);
che in me possa sempre trovarsi una fonte eterna e una sorgente traboccante che mi renda sempre fedele, costante e abbondante nell’opera del Signore, che mi renda capace di parlare da cuore a cuore, dalla coscienza alla coscienza e dall’esperienza all’esperienza;
che io possa essere “una lampada ardente e splendente” e che le braccia eterne continuino a sostenermi;
che per tutto il tempo che io viva possa continuare a essere servizievole e utile per la gloria di Dio e il bene del suo popolo;
che nessuna causa di scoraggiamento possa avere l’effetto di scoraggiarmi dal compiere la mia opera;
e che quando la mia opera sarà compiuta io possa renderne conto con gioia e non sospirando.
Thomas Books.
Beato il pastore che ha un popolo che pregherà così per lui!