«Ho visto i traditori e ne ho provato orrore,
perché non osservano la tua parola.»
(Salmi 119:158)
La categoria dei traditori è ben rappresentata nella Bibbia e se c’è un posto nell’universo in cui non vorrei stare per nessuna ragione al mondo è quello in cui si trovano adesso Caino, Absalom, Aitofel, Giuda, Dema, Alessandro il ramaio… e molti altri con loro, che appartengono alla storia sacra e a quella secolare.
Tradire significa venire meno a un impegno assunto e certi impegni si prendono anche senza formalizzarli con carta bollata o solenni giuramenti. Anzi, sono proprio questi ultimi quelli che si prestano maggiormente ad essere infranti. In fondo, se è stata la mia volontà a stabilire un patto, posso sempre annullarne gli effetti con una seconda firma.
Diversamente, tra amici, tra persone che si amano davvero, il patto può essere presente e operante anche in assenza della sua formalizzazione… un tempo si diceva: “basta una stretta di mano”! Anzi, in certi casi non è necessaria nemmeno quella: basta uno sguardo, un’intesa, un’istante in cui un’anima si rispecchia nell’altra.
Gli effetti di un tradimento di questo genere sono dolorosissimi perché ci si rammarica di avere riposto la propria fiducia in chi, evidentemente, non la meritava. Oppure – nel caso di un cristiano – di non aver applicato appropriatamente la dottrina del peccato e di essere stato troppo ottimista nei confronti delle reali virtù morali della persona rivelatasi traditrice.
Ma c’è di più: gli effetti possono essere devastanti anche perché potrebbe succedere che la persona più volte tradita divenga cinica, rabbiosa, sospettosa nei confronti di chiunque e giunga a isolarsi in un mondo fatto di grigiore, di relazioni estremamente superficiali e disimpegnate, di utilitarismo e, praticamente, di puro egoismo al solo scopo di non correre il rischio di dover provare nuovamente quell’esperienza. Chi cade in questa trappola, nel peggiore dei casi, ripaga il prossimo con la stessa moneta: tradendo; nel migliore sceglie di starsene in una relativa solitudine privandosi della gioia della compagnia.
Tradire significa anche violare la fiducia di una persona, tramando alle sue spalle per il suo male. Questo è un tradimento ancora peggiore. Se nel primo caso potrebbe esserci l’attenuante della pusillanimità e della forza della tentazione, in questo c’è premeditazione, pianificazione, dolo. C’è l’odioso approfittarsi della ingenuità e della fiducia altrui… e non sono rari i casi di persone per bene che, in perfetta buona fede, hanno fornito ai loro assassini i mezzi coi quali li hanno fatti fuori (metaforicamente o letteralmente).
Ma tradire può essere coniugato nel modo riflessivo. Tradirsi è infatti l’ingenuità commessa da chi con colpevole leggerezza, per inesperienza o per mera stupidità lascia trapelare delle informazioni che sono colte immediatamente dall’altra parte che è ben più astuta e abile nell’interpretare qualunque tipo di segnale.
Anche il traditore di se stesso passerà dei guai perché, presto o tardi, si renderà conto di aver concesso al nemico delle informazioni che, in un contesto di guerra reale o potenziale, risulteranno a proprio detrimento e per la propria miseria. È questo il caso di Ezechia che mostrò tutti i tesori della propria casa all’ambasciata babilonese (Cfr. 2 Re 20:12-17).
A volte mi sono trovato a che fare con una categoria di traditori diversa: persone che tradiscono (nei primi due sensi in cui ne ho parlato) senza farsene alcuno scrupolo e che ritengono sia necessario farlo proprio perché il “tradito”, a loro giudizio, meriterebbe un certo trattamento o, semplicemente, nella convinzione di perseguire un buon fine, un bene maggiore. Ma tradire è sempre un atto vile. È male e “il male viene dai malvagi”! (1 Sam. 24:14). Il “male a fin di bene” non esiste. Esistono solo il bene e il male. Quindi, non possono esistere “traditori virtuosi”.
I traditori vanno all’inferno, anzi: i traditori sono già all’inferno (Sal. 119:158; 2 Ti. 3:4). Si possono tradire persone buone o persone malvagie, chi tradisce una persona malvagia è condannata al pari di chi ne tradisce una buona.
State attenti a non tradirvi. Essere prudenti è una virtù e chi si tradisce fa del male a se stesso e alle persone che gli stanno accanto.
Ma, soprattutto, non tradite mai. Non tradite mai nessuno! Fate attenzione ai falsi amici e se avete dei nemici affrontateli a viso aperto. Abbiate il coraggio di dir loro quello che state per fare, siate leali e onesti perfino nel fare la guerra, siate pronti e adeguatamente equipaggiati per farla e ricordate sempre che “la vittoria appartiene al Signore” (Pro. 21:31).